Tuesday, November 21, 2017

Rennaissance Splendours - Toronto Consort

Foto: Toronto Consort

Giuliana dal Piaz

Toronto, 17-XI-2017. Trinity-St. Paul’s Centre. Stagione 2017-18 di Toronto Consort. RENAISSANCE SPLENDOURS (17-18 novembre). Musiche dalla Corte del Re di Francia Carlo IX, della Regina d’Inghilterra Elisabetta I, del Duca di Bavaria Albrecht V e della Marchesa di Mantova Isabella d’Este. Direttore Artistico: David Fallis. Ensemble The Toronto Consort: Michelle DeBoer, soprano; David Fallis – tenore e percussioni; Ben Grossman – Hurdy-gurdy e percussioni; Katherine Hill – soprano e basso-viola; Paul Jenkins – tenore e clavicembalo; Terry McKenna – liuto e chitarra barocca; Allison Melville – flauto e flauto dolce; John Pepper – basso; Laura Pudwell – contralto. Coreografia delle danze: Jeannette Lajeunesse Zingg. Ballerini: Alunni della Scuola di Atelier Ballet.

Celebrando il 45º anniversario dalla propria fondazione alla presenza del suo veterano e benemerito ideatore, il Prof. Timothy McGee, The Toronto Consort apre la Stagione 2017-18 con la serata Renaissance Splendours, in cui ha presentato, in realtà non per la prima volta ma in una cornice diversa, brani di Corte del XVI secolo. Il Mº Fallis ha scelto quindi, per il programma, quattro delle Corti europee più importanti dal punto di vista musicale, quella del giovane Re francese Carlo IX, figlio di Caterina de’ Medici, quella della grande Elisabetta I, particolarmente amante della musica e della danza, quella del Duca Albrecht V di Baviera – una Corte minore ma che aveva il privilegio di uno dei compositori più importanti del Rinascimento, Orlando di Lasso – e lasciando per ultima quella di Isabella d’Este a Mantova, anch’essa una Corte aristocratica ma non regale, che impresse tuttavia una sua impronta su tutto il periodo storico-artistico, anche grazie al trattato Il Cortigiano di Baltassarre Castiglione pubblicato nel 1528 ma presto tradotto e diffuso in tutte le Corti d’Europa. Ognuna delle quattro sezioni del concerto ha incluso dei bei brani solo strumentali che hanno messo in luce la raffinata preparazione degli strumentisti del Consort: Les gavottes e la Jouissance basse dance, e il numero di danza Branles de village, per la Francia; Epping Forest/Huntsuppe/Old Mole, per l’Inghilterra;Wascha Mesa, per la Baviera; Saltarello alla Venetiana e i brani di danza, Pavana e Piva alla venetiana, per Mantova. Alcuni brani cantati a cappella non mi sono parsi particolarmente convincenti: la sfasatura temporale delle voci era chiaramente intenzionale – e piacevole – ma ha prodotto dei difetti d’intonazione in alcuni cantanti, che non hanno dato il meglio di sé quando non accompagnati dagli strumenti. Splendida, in cambio, la ballata Essex’Last Good-night dedicata a Robert Devereaux, il Conte di Essex condannato a morte per alto tradimento, interpretata con bravura e sentimento dal contralto Laura Pudwell, e deliziosa la frottola di Rossino Mantovano Lirum bililirum, magistralmente interpretata con grazia e senso dell’humour dal soprano Katherine Hill. L’inserimento nella serata dei numeri di danza è stato molto apprezzato dal pubblico e mi è parso lodevole il modo in cui gli allievi dell’Atelier Ballet sono riusciti a discostarsi dallo stile inculcato loro per il palcoscenico di Opera Atelier. Mi chiedo tuttavia quando questi promettenti allievi della scuola di Atelier Ballet raggiungeranno quella che ne Il Cortigiano veniva definita la sprezzatura (capacità  “...che nasconda l’arte e dimostri ciò che si fa e dice venir fatto senza fatica e quasi senza pensarvi”). L’esempio addotto dal Castiglione è appunto quello del ballerino che danza "con tanta attenzione che di certo pare vada enumerando i passi". L’unica dei quattro ballerini che sembra averla raggiunta è Rebecca Moranis.


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